Le giostrine in movimento sono spesso allestite in prossimità della culla dei neonati. In effetti giochini colorati e di forme diverse che si muovono in posizione più alta alla visuale del neonato, sono giochi idonei, fin dai primi giorni di vita del neonato. Ma al contrario delle comuni credenze, non sono adatti per invitare il piccino alla nanna mentre sono perfetti per stimolarli a vedere gradualmente meglio.
L’acquisizione della vista nitida e della visione dimensionale degli oggetti o dei visi familiari, si sviluppa con gradualità fino ai 6 mesi del neonato. I bambini iniziano a focalizzare oggetti grandi a due settimane continuando a migliorare la nitidezza delle immagini fino ai sei mesi, quando raggiungono la vista perfetta.
La giostra Munari sviluppa la vista del neonato
Con piccoli e grandi giochini colorati e di forma diversa la giostra Munari stimola in modo attivo la vista dei neonati. Senza la distrazione di suoni e musica, il piccino riesce a concentrarsi e a compiere esercizi spontanei per mettere a fuoco i simpatici pupazzi. Osservandoli incantato ne studia prima la forma e poi la profondità imparando la differenza dei colori.
E’ importante scegliere un luogo tranquillo della casa, che non sia la culla ma un morbido tappetino dove il neonato può giacere in sicurezza, dedicandosi alla contemplazione dei giochetti penduli. Questi devono essere posti ad un’altezza vicina, necessaria perchè il bambino li possa vedere con comodità, ma non afferrabile.
Puoi costruire da te la giostrina con cartoncini o legnetti da colorare o puoi scegliere uno dei tanti modelli in commercio, preferendo quelli non sonori e prodotti con materiali e colori naturali.
Chi era Bruno Munari
Munari è stato uno dei più importanti designer europei del Novecento. Le opere dell’artista erano volte a cambiare la percezione del suo osservatore. Partendo da uno stile essenziale Munari invitava il pubblico ad esplorare le sue opere percependone le dimensioni e esplorando le opportunità visive. Dalla creatività scaturita dalle sue opere si libera l’immaginazione della persona che la contempla.